Costi aggiuntivi nei ristoranti: quali sono legali? Ecco cosa devi sapere per evitare sorprese

In sintesi

  • 🍽️ I costi aggiuntivi nei ristoranti includono coperto, servizio al tavolo e commissioni per pagamenti elettronici.
  • 🔍 La trasparenza è fondamentale: i costi devono essere chiaramente indicati nel menu o comunicati al cliente.
  • 💳 Le spese per pagamenti con carta di credito non dovrebbero essere trasferite al cliente, secondo la Direttiva Europea 2015/2366.
  • 🚫 I costi aggiuntivi illegittimi possono essere contestati chiedendo spiegazioni e, se necessario, segnalando alle autorità competenti.

Nella giungla delle moderni esperienze culinarie, i costi aggiuntivi nei ristoranti rappresentano una delle sorprese più insidiose per i frequentatori abituali di quei luoghi sacri del buon cibo. La domanda che assilla molti commensali, però, è una: quali di queste spese extra sono realmente legali e quale portano il sapore amaro dell'abuso? Ecco una guida completa per illuminare la vostra prossima cena fuori e risparmiare qualche euro.

Che cosa sono i costi aggiuntivi nei ristoranti?

Per cominciare, definiamo il fenomeno: i costi aggiuntivi nei ristoranti sono spese supplementari richieste generalmente oltre al prezzo indicato nel menu. Questi possono includere il famoso "coperto", il servizio al tavolo, le commissioni per pagamenti elettronici e talvolta anche un "contributo Covid-19" che sembra rimanere in auge nonostante le restrizioni al virus siano da tempo allentate. Ma quali di questi costi sono accettabili e, soprattutto, entro quali limiti?

La trasparenza come regola aurea

Secondo quanto stabilito dalla legge italiana, i costi aggiuntivi devono essere inequivocabilmente indicati nel menu o comunque comunicati in maniera chiara e tempestiva al cliente. L'articolo 21, comma 1, del Codice del Consumo precisa che qualsiasi pratica commerciale deve essere trasparente, evitando ommissioni rilevanti che possano influenzare la scelta d'acquisto del consumatore.

Quindi, se il menù non riporta alcuna menzione di costi supplementari, e il ristorante li applica comunque, potresti avere diritto a contestare quelli che ritieni essere spese ingiustificate. Fai valere i tuoi diritti evitando di abbozzare di fronte a richieste poco chiare!

Il coperto: un’usanza tutta italiana

Il coperto è una tradizione esclusivamente italiana, che trova le sue radici storiche in un concetto utilitaristico: serviva, infatti, a compensare le spese per tutta la mise en place al tavolo, dai tovaglioli al pane. Ebbene sì, pagare il coperto è legale, ma andrebbe sempre specificato. Tuttavia, è bene sapere che questa pratica è spesso contestata nelle zone di forte affluenza turistica, in cui si fa forza sull'ignoranza dei forestieri in merito a questa tradizione italica.

Il servizio al tavolo: oltre il coperto

Un'altra spesa comune è quella del "servizio al tavolo". In Italia, talvolta questa viene calcolata come una percentuale sul totale del conto, di solito attorno al 10-15%. La differenza cruciale rispetto al coperto è che il servizio al tavolo copre l'attività dei camerieri e deve sempre essere chiaramente indicato nel menu. Vale dunque la stessa regola: trasparenza prima di tutto.

Le spese per il pagamento con carta di credito

Non pochi ristoranti applicano aggiunte per l'uso di carte di credito o pagamenti elettronici, giustificando questa pratica con le commissioni richieste dai servizi di intermediazione. Tuttavia, dal punto di vista legale, questo genere di costi non dovrebbe essere trasferito al cliente. La Direttiva Europea 2015/2366 vieta, infatti, la maggiorazione per pagamenti con carta al dettaglio. Un aspetto, questo, che la maggior parte dei consumatori ignora, inducendoli così ad accettare senza battere ciglio ulteriori addebiti che non dovrebbero accollarsi.

Il contributo Covid-19

Durante la pandemia da Covid-19, molti ristoranti hanno introdotto il “contributo Covid-19” come misura temporanea per far fronte agli inevitabili cali di fatturato. Ora, mentre le restrizioni appartengono al passato, alcuni locali continuano ad imporlo. Qui la legalità è complessa: se presente nel menu, il contributo è legittimo. Tuttavia, si configura sempre come pratica discutibile in termini di trasparenza e onestà verso il cliente.

Quando e come contestare i costi aggiuntivi illegittimi?

A questo punto, potrebbe venire legittimamente la voglia di contestare. Ma come agire? La prima mossa è richiedere esplicitamente, e gentilmente, che venga spiegata la natura del costo supplementare. Se il ristoratore non riesce a giustificarne la presenza in modo conforme alla legge, è tuo diritto applicarsi per una riduzione del conto. Puoi fare una segnalazione alle associazioni per la tutela dei consumatori o alla Guardia di Finanza, che indagherà sulle presunte irregolarità, se l'attività si dimostra recidiva.

Educazione al cliente e lungimiranza gestionale

I ristoratori intelligenti dovrebbero essere empatici verso chi fruisce del loro locale. Comunicare chiaramente al cliente le varie voci di spesa, anche al di fuori del menu, è non solo una buona prassi di business ma anche un atto di lungimiranza gestionale. La lealtà e la trasparenza generano fiducia nel cliente, ingrediente essenziale per un'attività di ristorazione di successo nel lungo termine.

Informarsi è la vostra arma più potente. Mettete in campo la vostra curiosità e scoprite se i costi che vi si presentano in un locale sono chiari, motivati e soprattutto legali. Solo così potete garantirvi un pasto che riempia non solo lo stomaco ma anche l'animo.

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